Guardando indietro a quest’anno che sta per finire, non sembra altro che sia stato un’anno pieno di incertezze e aspettative infrante. Un anno in cui tutti i ritmi della vita quotidiana sono stati strappati via, un anno di paura, perdita e disconnessione, rabbia e divisione. Un altro anno di vita messo in attesa?
Come trovare la luce nell’oscurità? Come trovare motivo di gioia quando c’è così tanta sofferenza nel mondo?
Questo è esattamente il messaggio del Natale, al di là degli ornamenti religiosi o dell’appropriazione materialistica
In questo momento abbiamo appena trascorso il solstizio d’inverno, la notte più lunga dell’anno nell’emisfero settentrionale. Da dove sto scrivendo queste parole, sulla costa del Messico meridionale, questo fatto sembra più un’astrazione astronomica. Ma in altre parti del mondo, più lontano dall’equatore, ora fa un freddo pungente e l’alba e il tramonto si avvicinano come se si cercassero l’uno per l’altra.
Nel tempo dell’oscurità esterna, quasi tutte le culture del mondo hanno scelto di celebrare la luce.
La scorsa settimana il popolo ebraico nel mondo ha acceso le ultime candele di Hanukkah. Le ragazze scandinave si adornavano di corone di candele. Le famiglie iraniane si sono riunite per trascorrere la notte del solstizio mangiando, accendendo fuochi e leggendo poesie. Ora celebriamo la nascita di Cristo, la luce della Coscienza Unica che sboccia in un mondo di tenebre.
Da una prospettiva yogica, il Natale è una vera festa non duale. La luce non è separata dall’oscurità. Cristo è il Figlio dell’uomo tanto quanto è il Figlio di Dio, e non viene per cancellare il mondo o portarci fuori da esso, ma per illuminarlo.
Come? Insegnando che ognuno di noi ha questa luce dentro. Tutti la portiamo dentro di noi e, qualunque cosa accada all’esterno, quella luce della verità è intatta. Possiamo ignorarla, reprimerla, dimenticarla ma quando ne abbiamo bisogno è lì per noi e per tutti coloro che ci circondano.
Questo Natale potresti non essere in grado di festeggiare circondato da amici e familiari. Forse il massimo che puoi fare è decorare il tuo albero e parlare ai tuoi cari attraverso uno schermo. Eppure non hai bisogno di niente al di fuori di te stesso per celebrare la luce.
Tu, proprio come sei, qui e ora. Ricordati di te stesso. Ricorda il battito della vita nel tuo cuore, quel puro sentimento di “io sono” che non è mai iniziato e non se ne va mai. È la nascita di Cristo. Gioia senza motivo, speranza senza motivo e un semplice messaggio di Dio all’umanità, così semplice che spesso non lo riconosciamo: l’amore.
Solo amore. È lì.